Cotti, da rifinire in forno per pochi minuti, da scaldare, surgelati, sono solo alcuni dei prodotti alimentari che fanno parte del Fresh & Convenience Food, avamposto dei nuovi stili di vita e di consumo di cui i piatti pronti di varia foggia sono massima espressione. Venduti in prevalenza nella GDO e nei reparti gastronomia, i ready food sono ormai una presenza abituale anche negli ambienti più tradizionali come la tavola di casa. Questo pur essendo espressione di un modello di consumo che segue la vita dinamica che viene condotta ogni giorno tra ambiente di lavoro e privato, dove non sempre c’è spazio per cucinare.
Secondo l’Istituto Italiano Imballaggio, il 2022 ha visto 16.900 t/000 di ready food confezionate nel nostro paese. Di queste, l’84% sono primi piatti surgelati e non; il 10,2% ortofrutta IV e V gamma come insalate, macedonie, verdure cotte, ecc; lo 0,9 % prodotti ittici freschi tra antipasti e secondi piatti ad esclusione del sushi; lo 0,7 surgelati, pizze incluse; il 4% complessivo di “altro”, infine, include varie preparazioni a base carne torte salate, sushi e prodotti da dessert.
Varietà di packaging ad alto contenuto di servizio
Una tale varietà di prodotti non può che richiedere un’ampia offerta di packaging che, per la natura del prodotto deve coniugare elevati livelli di sicurezza alimentare e shelf life ad un aspetto accattivante e attraente per l’individuazione a scaffale di marca e prodotto. Da non dimenticare inoltre, la dimensione informativa del packaging, che oltre alle informazioni nutrizionali deve includere istruzioni su come mantenere le proprietà organolettiche nella fase pre e post vendita seguendo modalità in merito a temperatura, umidità e ambiente di conservazione.
Packaging protagonista anche nei volumi
Il settore ha consumato nel 2022 circa 531.000 tonnellate di packaging primario, raggiungendo le 540.000 tonnellate complessive con il secondario. Tra i materiali a contatto con il prodotto spicca la plastica, in particolare le vaschette in PET e polistirolo per il 74,5%; le buste e vaschette in poliaccoppiato flessibile al 16%; le vaschette in alluminio all’8% il cartoncino all’1,5%. Il convenience food copre il 40% del volume totale di packaging in plastica utilizzato nell’alimentare ad esclusione delle bevande. Guardando ad altri materiali, spiccano l’alluminio, molto utilizzato in gastronomia, sia nella GDO che nei negozi di prossimità e il cartoncino, materiale preferito per la gastronomia espressa, che utilizza contenitori con rivestimento interno per ottenere un effetto barriera che trasforma il contenitore in cellulosa in un accoppiato rigido.
(Fonte: Istituto Italiano Imballaggio per ItaliaImballaggio)